“La mia avventura ebbe inizio 15 anni fa, l’insegnamento non mi dava la necessaria energia ed una serie di fatti inattesi mi fecero trovare il coraggio di aprire un nuovo capitolo della mia vita.
Il piccolo negozio in via dei Termini, a Siena era dal 1966 l’avamposto di quell’attività che aveva iniziato Giovanna, la nonna di mio marito.
Quando ho iniziato l’attività non avevo la benché minima idea di che cosa volesse dire commercio.
Con l’aiuto di un’amica arredatrice decidemmo di accentuare le caratteristiche anni ’60/’70: una bellissima e ingestibile moquette color panna di velour. Le pareti, sempre color panna ed al centro il lampadario originale, in vetro di Murano. E una poltrona di Cappellini foderata con un tessuto disegnato da Emilio Pucci, a ribadire i legami con il territorio e l’importanza della socialità.
Cominciai con molte incertezze, ma anche con la voglia di fare bene. L’insegna fu sostituita, utilizzando gli stessi caratteri tipografici dell’originale, recitava : “Maglieria Giovanna dal 1935”.
Iniziò la mia ricerca: fiere, incontri, qualche sfilata, spingendomi fino a Parigi, poi Londra cercando di fare, passo dopo passo, una selezione personale e innovativa. Una volta mi innamorai di una stilista libanese. Tessuti meravigliosi, sete e lane di primissimo ordine prodotte con tecniche modernissime! Mi piacevano, le ordinai senza immaginare che cosa volesse dire sdoganarle, quanto sarebbe stato oneroso e complicato. Le vetrine, s’internazionalizzavano… le clienti di mia suocera scemavano e arrivavano signore più giovani e curiose.
Nel giugno del 2010, a pochi civici di distanza, si liberò un locale di 150mq: un’occasione unica. Si trattava di un vecchio laboratorio per la panificazione, con piccoli vestiboli e un paio di servizi igienici: anomalo, ma proprio per questo diverso! Decisi di mantenere le tracce del recente passato per farne una boutique accogliente come una casa.
Furono sempre la mia amica arredatrice e mio marito ad aiutarmi a traghettare Maglieria Giovanna nel nuovo spazio con un nome, un po’ più contemporaneo: “magboutique”, acronimo di Matilde, mia figlia, che nel frattempo aveva iniziato a seguirmi in questa avventura, Antonella, il mio e ovviamente Giovanna, fonte primigenia dell’impresa.
Vetrine più grandi, un angolo con i profumi per la degustazione: un tavolo e il divano; quindi la libreria ricavata in un mobile originale del vecchio negozio. E poi libri di architettura degli anni ’60 e ’70.
C’è anche una piccola cucina per offrire un caffè ai nostri ospiti; il bagno (l’angolo il più fotografato dell’intero negozio) e, più avanti, l’atelier vero e proprio, con il pavimento originario a scacchi rosso pompeiano e bianco. Su un tavolo ancora… il lampadario di Murano!
Cominciavo ad avere chiara la sensazione che questi spazi non potevano proporre soltanto oggetti che il mercato rendeva sempre più velocemente obsoleti, ma forse, dovevano essere soprattutto luoghi in cui vivere esperienze.
La mia passione è sempre stata la scoperta del talento fuori dal main stream. Tutto muove dal desiderio di esprimere, anche attraverso le mura di via dei Termini, un’identità definita e vera.
Sei anni fa magboutique è stata inserita nella guida del New York Times 36 hours.
Credo ancora nel volore del negozio fisico come punto d’incontro e condivisione del gusto, e che possa costituire il luogo in cui generare l’entusiasmo di mia figlia, a cui mag continua a sembrare una affascinante avventura.”
(Antonella Gonnelli)